Sicilia: il 32% dei diversamente abili
non riescono ad avere accesso ai trasporti.
Nell’ 11,2% dei casi estromessi dall’ istruzione
contro il 6,5% nel Nord-Ovest
La qualità della vita condotta dai disabili residenti nel Mezzogiorno è assai peggiore rispetto al Settentrione. Infatti, proprio nell’Italia insulare si rileva una quota quasi doppia di persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi costrette a rinunciare agli studi per motivi di salute (11,2%, contro il 6,5% del Nord – Ovest e il 6,8% nel Nord – Est). Ma le disparità e difficoltà che si trovano a fronteggiare i disabili non si esauriscono di certo a questo punto. Infatti, a quanto detto dobbiamo aggiungere quelle afferenti all’inserimento nel mercato del lavoro. Anche per le persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, come per il resto della popolazione, le differenze territoriali sono molto nette: la quota di occupati è molto più bassa nel Mezzogiorno (34,1%) rispetto al Nord (51,7%) e al Centro (45,9%). Specularmente nelle aree meridionali è più alta la percentuale di disoccupati (15,5% contro il 10,4% nel Nord) e degli inattivi in altra condizione (28% contro il 14,7%). Ma non è ancora tutto. Infatti, i disabili troppo spesso oltre ad essere tagliati fuori dal mondo del lavoro e dell’istruzione, non riescono neppure ad avere accesso agli edifici e a fruire dei mezzi di trasporto. Il diritto alla mobilità a alla accessibilità agli edifici è un diritto essenziale, per garantire l’inclusione sociale in tutti i contesti di vita e dovrebbe essere garantito a tutti, anche alle persone che hanno problemi di salute o difficoltà funzionali. Si tratta di un principio essenziale sancito a livello europeo ed internazionale ma ancora troppo spesso disatteso.