Chiuse le indagini su due gravi incidenti sul lavoro avvenuti
nel padovano, si preannuncia il processo per il titolare
della ditta per lesioni colpose e omissione, dei sistemi di sicurezza.
Rischia di finire a processo il datore di lavoro nonché legale rappresentante della ditta L.M. Montaggi e Costruzioni srl, Enrico Polacchini, 61 anni di Ostiglia (Mantova) per i fatti verificatisi l’8 novembre e il 2 dicembre 2014 a Limena in provincia di Padova nei quali sono rimasti coinvolti due operai impegnati nella “molatura” di cassoni destinati a costituire le dighe mobili del Mose, riportando gravi lesioni. Il pubblico ministero padovano Francesco Tonon ha chiuso l’indagine e si prepara a sollecitare il giudizio a carico del titolare dell’impresa, contestando non solo il reato di lesioni colpose gravissime (con l’aggravante di averle commesse violando le norme relative alla prevenzione degli infortuni sul lavoro) ma anche di non aver adottato le misure necessarie affinché le attrezzature di lavoro fossero utilizzate in conformità alle istruzioni d’uso indicate dal fabbricante e di non aver svolto una formazione specifica agli operai.
Per quell’operazione, infatti, i due operai utilizzavano smerigliatrici non a norma: il carter (l’attrezzo che racchiude il disco per la molatura) è risultato modificato e, a seguito di un contraccolpo, in entrambi i casi l’attrezzo è piombato sul viso dei due lavoratori, segnando per sempre le loro esistenze.
Nel primo caso un giovane operaio (romeno, classe 1986 con residenza a Spinea nel Veneziano) si ritrova con il volto devastato a causa di una frattura ossea facciale; nell’altro (un italiano 50enne residente a Ficarolo nel Rodigino) è “esploso” l’occhio sinistro.