Nei giorni scorsi a Berceto, con una semplice cerimonia di raccoglimento,
il Sindaco Luigi Lucchi ha ricordato Toro Seduto, il mitico politico Lakota (sioux)
a cui, a Berceto (Unico Comune Al Mondo) ha intitolato, l’11 settembre 1988, il parco cittadino. “Toro Seduto è un politico che ammiro perchè fino all’ultimo, con lungimiranza, ha difeso la sua gente e la sua terra. Non s’è lasciato corrompere dalle lusinghe e dal finto progresso. Era un uomo di pace e ha dovuto dettare la strategia per vincere una battaglia. Seppur uomo di pace non è mai stato sconfitto dall’esercito. Lo hanno fatto uccidere, a tradimento, da indiani rinnegati. Per una buona causa un politico può e deve anche morire” Luigi Lucchi. Centoventicinque anni fa veniva ucciso Toro seduto, uomo sacro dei Sioux. Era il 15 dicembre del 1890 quando, con un colpo alla testa, una quarantina di poliziotti indiani rinnegati, freddarono uno degli ultimi leader dei nativi americani. Con lui svanì l’ultimo tentativo per gli indiani di tenersi cio« che restava della loro terra. Successivamente il governo americano non solo li privò della loro terra ma anche dei loro governi tribali nell’obiettivo di assimilarli come parte degli Stati Uniti. Personaggio complicato e affascinante, oltre che grande capo militare, Toro Seduto, nato Jumping Badger nel 1831 nei territori che oggi sono dello stato del sud Dakota, aveva capito dell’inizio che le cosiddette concessioni del governo americano alla sua gente non avrebbero fatto altro che portare all’estinzione delle tribù indiane. »Voglio che si sappia che non accetterò di vendere nessun terreno del mio Paese, e neanche lascerò ai bianchi la facoltà di fare legna lungo i nostri fiumi« – disse una volta alla sua gente. Memorabile inoltre, così come descritto nel film del 2007 ‘L’ultimo pellerossà, il suo intervento in cui di fronte agli americani rivolgendosi alla sua gente disse che non avrebbe ceduto alle loro condizioni del governo statunitense. »Ascoltatemi per quest’ultima volta: vogliono portarci via la nostra terra, potete dire che vogliono darcela, questo pezzo a te, questo pezzo a te, ma ecco la verita«, ogni pezzo è per un uomo e per tutte le altre generazioni e loro sanno che quella terra sfamera» solo una generazione e forse neanche quella«. Anche se fondamentalmente un pacifista, Toro Seduto è passato alla storia per aver sconfitto nella battaglia di Little Big Horn nel 1876, uno degli eroi americani della Guerra di Secessione, il generale George Armstrong Custer. Da ufficiale ambizioso, Custer, con il suo Settimo Cavalleggeri, attaccando alcune tribu» indiane presso il fiume Big Horn, pensava di avere vittoria facile sui ‘pellerossà. Ignorò invece che erano schierati più di 3.500 Sioux di Toro Seduto, Cavallo Pazzo e Fiele. Nella battaglia i soldati statunitensi subirono una grave sconfitta e lo stesso Custer perse la vita. Toro seduto non partecipò di persona alla battaglia ma il governo americano lo accusò ugualmente di aver scatenato il massacro. Di fronte al suo rifiuto di arrendersi fu costretto a trasferirsi con la sua tribù in Canada ma dopo anni di malanni e fame fu costretto a ritornare negli Stati Uniti e ad arrendersi. Il governo americano lo rilegò ad una sorta di prigionia nella Riserva Indiana di Standing Rock ma considerandolo pur sempre una minaccia cercò di sbarazzarsene facendolo diventare un personaggio da circo e consentendogli di andare in tour persino in Europa. Al suo ritorno in Sud Dakota temendo che progettasse di fuggire dalla Riserva le autorità dell’Agenzia Indiana decisero di arrestarlo con alcuni suoi uomini, anche se Toro Seduto non era un loro sostenitore. Durante lo scontro provocato dal tentativo di arresto, Toro Seduto fu assassinato a colpi di pistola da alcuni componenti del comando incaricato della cattura. Così moriva ‘l’ultimo pellerossà
NEL 1904 MIO NONNO CRESTI MARIO, DOPO AVERE VINTO IL TITOLO CON MEDAGLIA DARGENTO DI TOSCANA, DI LOTTA CRECO ROMANA E GINNASTICA ARTISTICA, VENNE SCRITTURATO DA BUFALO BILL,IN ITALIA COL SUO GRANDISSIMO CIRCO.DOVE INCONTRO TORO SEDUTO E LAVORO CON LUI IN UN NUMERO DI ALTA ACROBAZIA A CAVALLO VESTITI DA APASCE.