Il Patronato ANMIL ha attivato un numero verde gratuito per te
La Missione sociale nella Rete di servizi ANMIL
La presenza degli Istituti di patronato è storia antica nel nostro Paese, affermatasi fin dagli anni cinquanta del secolo scorso; ricordiamo che il patronato era già presente a Marcinelle accanto ai lavoratori superstiti e alle famiglie di quelli deceduti, con un’assistenza attiva testimoniata dai quotidiani dell’epoca. Altrettanto lunga è la storia di ANMIL, ricca di esperienze diverse, ha svolto anche funzioni di ente pubblico, anticipando le sollecitazioni di questi giorni per un ruolo “sussidiario” da affidare ad associazioni e patronati. Tutte le funzioni sono state accomunate, peraltro, dall’immedesimazione con il mondo del lavoro e dei suoi rischi, con una presenza capillare al servizio dei soci, dei lavoratori infortunati sul lavoro e poi invalidi, per iniziative via via più attente ai temi della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro con i riflessi sugli ambienti di vita.
Dato l’evolversi dei sistemi di tutela sociale e degli stessi bisogni delle persone oggi identificate come “svantaggiate”, l’ANMIL ha avvertito tuttavia l’inadeguatezza di servizi di assistenza e sostegno limitati negli strumenti, non in grado cioè di garantire agli interessati una tutela piena anche sul terreno dei diretti rapporti operativi con amministrazioni ed enti pubblici. Ciò sia nel caso di lavoratori che s’infortunano e riprendono il lavoro con invalidità non gravi, sia nel caso di portatori di rilevanti invalidità impegnati in una vasta serie di rapporti con INAIL, soprattutto, ma anche con INPS, unico ente di riferimento ormai per tutele sociali a carattere economico, nonché con uffici regionali, territoriali e ministeriali. Un esempio recentissimo, per tutti, riguarda l’estensione ai patronati della possibilità di operare come “agenzia del lavoro”, funzione che ANMIL Onlus già da tempo svolge in alcune località.
Con immutato spirito di servizio ha promosso, quindi, la costituzione di un Patronato che già nel nome intende confermare continuità d’integrazione con l’Associazione, nel rispetto di distinti ruoli, e l’impegno di contribuire a una lettura del lavoro – in generale e dei singoli – sempre a partire dalla sua pericolosità ed insalubrità.
Per il Patronato, cioè, si tratta di avere un occhio attento a collaborazioni con ANMIL per la prevenzione dei rischi professionali – un altro campo di potenziale presenza del Patronato – con uno zoom sugli eventi lesivi, le loro conseguenze in termini assicurativi, la persona che richieda servizi di patrocinio forniti da risorse capaci di interpretarli considerando la condizione di disagio fisico e sociale che la persona vive, spesso già nel chiedere assistenza e conforto.
Nel rispetto, insomma, dell’identità di ogni fase della pratica previdenziale – che valorizza la libertà di scelta in ogni fase del rapporto – l’obiettivo è di garantire sempre, anche per una pratica “minima”, professionalità di risposta ed attenzione per chi richieda il servizio: la presa in carico insomma della persona che ispira tutta l’azione asso. Tutte queste considerazioni, ed altre ancora, hanno consentito al Ministero di riconoscere il Patronato, in via provvisoria prima, definitiva poi, rendendo possibile impostare un serrato programma di impianto dei servizi nelle sedi provinciali affiancate da altre unità che collaborano con le prime, ed un programma modulare di formazione degli operatori assegnati alle nuove unità. I percorsi formativi hanno riguardato tutti i filoni di attività facenti capo al Patronato: quelli principali relativi a prestazioni previdenziali ed assicurative, ma anche tutta la serie di prestazioni assistenziali che, soprattutto oggi, assumono crescente e specifico rilievo.
Le strutture già coprono gran parte del territorio nazionale e garantiscono un’assistenza adeguata potendo contare, a garanzia di qualità e tempestività del servizio: – su procedure di lavoro informatizzate e sempre aggiornate; – sulla
professionalità degli addetti, arricchita dall’intensa attività di formazione e dal progressivo consolidarsi di figure di sostegno (tutor) territoriali; su meccanismi di monitoraggio e presidio centrale, nonché su un corpo di consulenti legali e medico legali distribuiti sul territorio coordinato al centro da un team di professionisti operanti d’intesa con gli specialisti della Direzione generale del Patronato ANMIL con un Call center unitario punto di accesso telefonico dall’esterno che coinvolge in tempo reale le Sedi per completezza e tempestività di risposta.
La complessità della situazione economica e sociale e dei servizi ai cittadini e ai lavoratori, d’altra parte, ha convinto gli organi della Onlus circa la necessità di garantire agli stessi una gamma coordinata e specializzata allo stesso tempo di servizi, il più possibile completa. Da ciò l’idea, ormai avviata a completa realizzazione di una rete di enti e strutture di servizio specializzati per i vari settori – oltre al Patronato, il CAF, Assowelfare, la Fondazione sosteniamoli subito, l’Agenzia del lavoro – ai quali si affiancano enti con funzioni più ampie – ANMIL Sicurezza e IRFANMIL – per coprire l’intera gamma di interessi di ANMIL, dalla prevenzione appunto alla formazione e reinserimento professionale , sui quali, per maggiori dettagli, si rinvia al sito www.ANMIL.it. In questo contesto ANMIL si muove con l’ampio raggio di azione ormai riconosciuto ai patronati, sempre più partner, oltreché patrocinanti, dei servizi pubblici, con attenzione particolare. Connotato proprio della missione della missione resta proprio l’attenzione particolare e specializzata per i temi degli infortuni sul lavoro e malattie professionali, parte integrante del dna associativo e, quindi, degli enti che di volta in volta lo esprimono. Per questo, particolarmente curata è la formazione e l’informazione sui temi dell’infortunistica e invalidità, anche con la presenza di qualificati professionisti chiamati, da un lato, a svolere i compiti per essi previsi da leggi e regolamenti, dall’altro a concorrere alla costruzione di un corpo professionale capace di valorizzare la tutela per i rischi professionali nei momenti riferiti all’infortunio e alle sue conseguenze lesive e dannose.