ANCHE ALLE REGIONI NON PIACE IL NUOVO ISEECHE PENALIZZA LE FASCE SOCIALI PIÙ DEBOLI
Roma, 6 marzo 2015 – “Siamo davvero confortati dalle iniziative di alcuni Consigli regionali quali la Liguria, la Sardegna e la Valle d’Aosta cui si aggiunge oggi anche il Friuli Venezia Giulia, per l’importante documento dell’ANCI cui stanno dando applicazione migliaia di comuni italiani che hanno deciso di continuare a mantenere il livello delle prestazioni sociali, in attesa che Parlamento e Governo pongano rimedio in via definitiva ad una ingiustizia per la quale stiamo raccogliendo decine di migliaia di firme nelle Sedi ANMIL di tutta Italia – afferma il Presidente nazionale ANMIL Franco Bettoni – per una petizione alle Camere che elimini l’inserimento della rendita INAIL dal computo dell’ISEE”, in occasione di 3 Open Day di cui l’ultimo ci sarà Sabato 14 marzo.
“Il risarcimento del danno subito dagli infortunati sul lavoro, nonché quello riconosciuto alle vedove e agli orfani dei caduti sul lavoro non può essere equiparato ad un privilegio economico in quanto riconosciuto a fronte di un danno per il quale era stato versato un premio assicurativo e pertanto non rappresenta un guadagno – spiega il Presidente Bettoni – per questo la nostra Associazione che conta circa 400mila percettori di rendite risarcitorie erogate dall’INAIL si è impegnata a raccogliere le firme per tre sabati sensibilizzando sul tema tutti i cittadini”.
“Ancora una volta si operano tagli proprio sui più deboli, senza tenere nel dovuto conto le conseguenze pratiche di questo nuovo ISEE, che in realtà comporterà soprattutto la diminuzione di servizi sociali come l’assistenza domiciliare personale, le prestazioni per i non autosufficienti e per i grandi invalidi del lavoro – sottolinea Bettoni – cioè proprio quelli con la casistica più grave di malattie del lavoro per i quali il taglio sarebbe più elevato ed assolutamente ingiustificato”.
“Ne concludo che, dopo anni di collaborazione dei Ministeri competenti con l’INAIL – chiude il Presidente Bettoni – il Governo non abbia tenuto conto di quanto sia stata minuziosa ed efficiente la spesa dei comuni e delle regioni per garantire prestazioni e servizi mirati, che fanno risparmiare denaro alle casse dello Stato e che, se cessati improvvisamente, costringeranno persone con invalidità e malattie gravi a ricorrere ai pronto soccorso e alle camerate degli ospedali per garantirsi un’assistenza indispensabile per la propria vita. La scelta più saggia per il Governo è dare ascolto a noi dell’ANMIL, all’ANCI, alle Regioni ed alle tre recentissime sentenze inequivocabili ed inoppugnabili della giustizia amministrativa, escludendo dall’ISEE le rendite ‘risarcitorie’ erogate dall’INAIL, che non sono affatto redditi”.
Resp. Ufficio Stampa ANMIL – Marinella de Maffutiis
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