Per una alimentazione consapevole

cibo

Nell’alimentazione non si vuole avere consapevolezza. Ognuno vuol fare quel che gli pare, essere libero di scegliere e non accetta le privazioni imposte dall’evidenza o da scelte etiche o scientifiche:
– i consumatori drogati di alimenti e assuefatti a tradizioni, che di tradizioni non hanno nulla se non l’immagine in etichetta, se ne fregano degli allarmi ambientali, dei diritti degli animali, della loro stessa salute; Veronesi scrive“alimentarsi è un atto individuale ed erroneamente, nel corso del tempo, da libertà si è trasformato in vera e propria anarchia”;
– le imprese non hanno interessi a convertire i loro processi industriali e non godono nemmeno di incentivi per farlo;
– lo Stato vedrebbe crollare il suo PIL.
– molti Comuni andrebbero in default.
il Sistema non cambia per consapevolezza, ma solo per il suo collasso, cosa che avverrà  e allora, ma solo allora, ingenererà obbligatoriamente nuovi comportamenti e scelte individuali e collettive. Emblematico è l’esempio di cosa è avvenuto con la rivoluzione digitale. Si è arrivati a produrre “scemi tecnologici“. I mattatoi di Cincinnati e di Chicago dove sono finiti?
Guardate tutti i sistemi politici: il comunismo di Mao, di Stalin, il nazismo, c’è mai stato ravvedimento? No, mai, sono collassati. A Parma abbiamo avuto il crack Parmalat: anni, anni, di mascalzonate deliquenziali quotidiane in uffici blindati, mai un ripensamento. Poi il crack.
Potrà mai essere sostenibile un mondo con 10 miliardi  di persone e 8/10 miliardi di animali che si cibano di cereali? Già oggi anche per questo, quasi 1 miliardo di persone soffre fame  e malnutrizione, 2 miliardi sono affetti da patologie quali obesità e diabete…la maggior parte degli ospedalizzati è per cause alimentari (e si sa che le carni e i prodotti di derivazione animale sono tra i maggiori responsabili), ma non basta, non è sufficiente a un ravvedimento. Pare sia indispensabile il collasso. (Parma, 2 giugno 2015)

Luigi Boschi

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