I dati dell’Osservatorio indipendente di Bologna. E’ più di un morto al giorno, stessi numeri dello scorso anno. Colpita soprattutto l’edilizia, ma c’è anche il dramma dei contadini schiacciati dai trattori
di CARMINE SAVIANO
ROMA – C’è una strage silenziosa, inarrestabile e in atto. Un’ombra perennemente in agguato. Nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi. Un’ombra che il discorso pubblico cerca di definire con una formula neutra: “Morti bianche”. Nome che chiama in causa qualcosa che di neutro non ha nulla. Perché i 117 morti sui luoghi di lavoro nei primi tre mesi del 2015 sono l’ennesimo richiamo a una presa di responsabilità comune. Numeri che aumentano ora dopo ora: sette persone sono decedute solo nella giornata del primo aprile. E a oggi, 2 aprile, i caduti di questa guerra silenziosa sono già saliti a 129. Morti lavorando: otto in Piemonte, quindici in Lombardia, dieci in Emilia Romagna. Dieci anche in Campania, tredici in Toscana. E così via, a comporre una disarmante mappa del dolore.
Nei primi tre mesi dello scorso anno erano 116. I dati provengono dall’Osservatorio indipendente di Bologna. E basta aprire il sito dell’Osservatorio per restare senza fiato. “Si continua a non far nulla”, è la denuncia di Claudio Soricelli, che ha fondato l’Osservatorio e che ogni giorno posta sul suo blog notizie, commenti, analisi e lettere aperte. Quasi un inviato di guerra. “Il 20% delle vittime attiene al settore dell’edilizia”. La causa: quelle maledette cadute dall’alto. Nell’industria i morti sono il 7,6% sul totale. Nell’autotrasporto il 5,9%. Ma nell’anno dell’Expo ad attirare l’attenzione è anche il dato che riguarda le vittime tra gli agricoltori.
Sono diciannove. Quindici dei quali sono stati schiacciati da un trattore. E la questione che si apre in termini si sicurezza su questi luoghi di lavoro è una voragine che riguarda anche le istituzioni. Soricelli, infatti, già negli scorsi mesi – ripetendo un triste rito che compie ogni anno – aveva scritto una lettera aperta agli esponenti del governo per segnalare, con l’avvio della stagione del raccolto, la parallela avanzata della strage nei campi italiani. “Chiedevamo a Renzi, Poletti e soprattutto Martina di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo”. Soricelli non nasconde l’astio: “Decine di apparizione televisive sull’Expo ma mai un attimo di solidarietà e un intervento a favore di questa categoria di lavoratori”.
Una campagna informativa che dovrebbe partire ricordando che dal 28 febbraio al 31 dicembre 2014 sono morte schiacciate dalle ruote di un trattore 142 persone. Ancora Soricelli: “Chi ha sensibilità e cuore faccia qualcosa, avverta almeno l’amico, il parente, il conoscente che guida il trattore, che questo mostro uccide per tantissime cause. Di non far salire sul mezzo persone anziane o non in perfetto stato di salute, oltre che ragazzi e bambini”. E proprio in vista dell’Esposizione Universale di Milano, Soricelli propone che all’inaugurazione – proprio il primo maggio, giornata internazionale del Lavoro – i presenti portino il lutto al braccio per testimoniare, davanti agli occhi del mondo, l’assenza di attenzione delle istituzioni italiane sul tema.
Attenzione che non può essere alta soltanto nell’occasione della Giornata nazionale delle vittime sui luoghi di Lavoro. Per questo, Soricelli si appresta a inviare al premier e ai ministri “una bottiglia di vino rosso in 152 esemplari – come le vittime
del 2014 – che ho chiamato ‘Sangue d’agricoltore schiacciato dal trattore’. Sperando che quest’anno non ne meritino un’altra”. Un modo per far sì che il fatalismo non sia una condizione perenne per interpretare questa nuova e dolorosa “questione nazionale”.
Fonte link: http://www.repubblica.it/cronaca/2015/04/02/news/morti_bianche_129_vittime_in_tre_mesi_sono_piu_dello_scorso_anno-111071397/?ref=search
Dossier Morti Bianche in luigiboschi.it: http://www.luigiboschi.it/dossier/morti-bianche