Bettoni (FAND): i disabili non saranno discriminati dal Jobs Act
Roma, 19 giugno – “Non riteniamo che il mondo della disabilità sia minacciato dall’attuazione del Jobs Act. Anzi ci impegneremo a verificare che i nuovi strumenti offerti dalla delega amplino le possibilità di occupazione e permettano di superare le gravi lacune che già esistono da anni”. Così il Presidente Nazionale della FAND, Franco Bettoni commenta le notizie di stampa che, all’indomani dell’approvazione delle bozze di decreto da parte del Consiglio dei Ministri, puntano il dito su alcune delle novità introdotte e in particolare sulla possibilità per le aziende di assumere disabili per chiamata nominativa.
“Ad oggi più della metà delle assunzioni avviene mediante lo strumento delle convenzioni, che consente di diluire e programmare gli interventi, mentre la restante metà avviene già quasi interamente per chiamata nominativa. Solo il 7% delle assunzioni avviene per chiamata numerica. A voler guardare la questione in modo obiettivo, bisognerebbe piuttosto capire perché i centri per l’impiego non riescono a produrre numeri accettabili in termini di incontro tra domanda e offerta di lavoro”. Nel 2013 per ogni quattro nuovi disabili che si iscrivono alla lista del collocamento obbligatorio, e che vanno ad aggiungersi ai tanti che già ci sono da tempo, solamente uno trova effettivamente un lavoro. Ma se il termine di paragone sono gli iscritti, il calcolo è ancor più impietoso: un avviamento al lavoro ogni 36 iscritti al collocamento. “Non si può certo dire che la riforma abbia intaccato un meccanismo funzionante – prosegue Bettoni – e proprio per questo come FAND abbiamo condiviso la proposta del Governo. Ne abbiamo lungamente discusso in seno all’Osservatorio Nazionale sulla Disabilità, nel quale sono state rappresentate tutte le diverse esigenze in ballo, prima fra tutte quella di garantire alle persone disabili le più ampie possibilità di inclusione”.
“Ciò non toglie” – conclude il Presidente della FAND – che la normativa andrà monitorata nel tempo. I centri per l’impiego andranno rafforzati con tutti gli strumenti messi ora a disposizione dal decreto: attorno ad essi deve crearsi quella rete di soggetti e servizi indispensabile per un loro efficace funzionamento e, in questo senso, l’istituzione dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive sarà uno strumento prezioso. Quanto alle semplificazioni è da escludere che esse possano facilitare l’elusione degli obblighi di assunzione e, se anche ciò dovesse avvenire, sarà nostro impegno rivendicare il diritto dei disabili ad una piena inclusione lavorativa”.
Resp. Ufficio Stampa FAND – Marinella de Maffutiis
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